
Ormai seconda solo a Samsung per numero di vendite di smartphone, HUAWEI ha deciso nell’ultimo periodo di espandere la sua offerta, introducendo la nuova serie di computer portatili MateBook D.
Disponibile in due configurazioni, ho deciso di provare quella più popolare e venduta, ovvero il MateBook D con APU Ryzen 5 2500U di AMD. Cosa ne è uscito fuori? Scopriamolo nella recensione completa.
Design

In termini di design, la prima cosa che attira la mia attenzione è la sua robustezza (oltre al fatto che assomiglia terribilmente ad un MacBook Air di scorsa generazione). La scocca è realizzata in alluminio, materiale che non sono solito trovare su un dispositivo a questo prezzo; il pannello inferiore poi può essere rimosso mediante lo svitamento delle 9 viti.

Sul lato sinistro trova spazio la porta USB-C, adibita al trasferimento di file e alla ricarica del portatile stesso, ma anche la porta USB-A 3.0 e la porta HDMI. Sul lato destro, c’è la seconda porta USB-A 2.0 e il jack audio da 3,5 mm. E’ bene specificare che quella sulla destra è la porta USB-A 3.0, visto che non vengono in alcun modo distinte fra loro (solitamente quelle 3.0 presentano una colorazione in blu). Non c’è il lettore multiformato delle schede SD.
Il portatile integra 4 speaker Dolby Atmos, posti sul retro (anche se i fori che affiancano la tastiera potrebbe lasciar intendere altro). Suonano davvero bene, considerando la concorrenza, grazie a questi ho potuto vedere film e video su Youtube senza particolari compromessi in termini di audio.
Alla destra della tastiera, sopra lo speaker, troviamo il pulsante di accensione, il quale non integra il sensore biometrico. E questo lo dico con dispiacere, considerando poi che è presente nella variante del MateBook D con CPU Intel (anche se un pelo più costosa).

A seguire le dimensioni e il peso: 32,3 x 22,1 x 1,58 cm x 1, 47 Kg.
Display

Huawei MateBook D è dotato di un display Full HD IPS (1920 x 1080 pixel) da 14 pollici, con un aspect ratio 16:9. Ha delle cornici ottimizzate sui lati, a differenza del frame superiore nella quale trova spazio la webcam.
Fortunatamente HUAWEI non ha risparmiato eccessivamente sul pannello di visualizzazione, offrendo così una buona fruizione anche in esterna grazie alla rifinitura opaca, anche se la luminosità massima non è così elevata.
Purtroppo non ho a disposizione un colorimetro per una valutazione analitica, ma stando ai valori condivisi dal portale internazionale Laptop Mag offre una luminosità massima di 230 nit e una copertura sRGB del 73%, non il massimo per applicativi grafici, ma più che sufficiente per le attività quotidiani e d’ufficio.
Tastiera e touchpad

Così come il design, anche la tastiera ricorda quella dei MacBook, dai tasti neri e ben spaziati. Per ovvi motivi non c’è il tastierino numerico ma è retroilluminata, con 2 livelli di intensità e, grazie agli ottimi materiali utilizzati, non flette.
I tasti hanno una corsa breve e il feedback sonoro l’ho trovato poco soddisfacente, anche se mi sono facilmente abituato al pacchetto offerto (è diventato il mio portatile personale, per capirci). In ogni caso, non ho riscontrato particolari problemi di digitazione, neanche con la barra spaziatrice.
Anche il touchpad, dalle giuste dimensioni, ha una corsa breve e se il feedback sonoro è più definito. Funziona bene con le gesture di Windows.

Prestazioni
Come decevo, il MateBook D che ho provato integra la nuova APU di AMD Ryzen 5 2500U, la quale integra 4 core Zen (2 – 3,6 GHz) e un TDP di 15 W. La CPU è accompagnata da 8 GB di RAM LPDDR3 in dual channel (saldata e non espandibile) e un SSD SATA da 256 GB (a fine paragrafo i benchmark).
Il sistema sembra avere prestazioni paragonabili all’Intel Core i5-8250U, perlomeno negli applicativi dipendenti dalla CPU. Infatti la particolarità di questa APU è che integra la GPU AMD Radeon RX Vega 8, la quale offre prestazioni grafiche nettamente superiori alla controparte Intel (UHD Graphics 620). Si tratta comunque di una GPU entry-level, potremmo posizionarla tra una GeForce MX130 e una MX150.
Fortunatamente, anche sotto stress, non scalda eccessivamente, diventano giusto tiepido al centro della tastiera, e una temperatura più marcata ma comunque contenuta sul fondo.

A chiudere il quadro, troviamo il Bluetooth 4.1 e lo standard Wi-Fi 802.11a/b/g/n/ac (2,4 GHz/5 GHz).
Per riassumere, parliamo di una APU a risparmio energetico con un TDP di 15 W, che considero grandiosa per l’utilizzo di tutti i giorni (riproduzione multimediale in 4K ok) e per applicativi da ufficio (Office, ecc…), ma anche ottima per approcciare a qualche videogioco e al montaggio video in Full HD.
Autonomia
L’autonomia è in linea con le mie aspettative. La batteria da 57,4 Wh garantisce in media 7 ore di utilizzo effettivo tra navigazione web, riproduzione multimediale e pacchetto Office. Per la ricarica, siamo un pelo sotto le 2 ore.
Verdetto

Siamo ormai giunti al paragrafo finale, il verdetto. Per chi ha letto tutta la recensione già sa cosa ne penso ma voglio ribadirlo: questo MateBook D con Ryzen 5 2500U per chi vuole rimanere sulla fascia dei 500 euro è il portatile da comprare.
Si posiziona nel range di prezzo più popolare, e non delude sotto nessun aspetto: ha una buona qualità costruttiva, offre ottime prestazioni, un bel display e una tastiera retroilluminata. Inoltre gli speaker integrati rendono la fruizione di film e serie tv piacevole.
Per chi è alla ricerca di un portatile ancora più compatto (e più costoso) consiglio la lettura del nostro approfondimento sui migliori ultrabook in commercio.