
Diciamocelo, gli SSD hanno rivoluzionato il mondo dell’hardware, e ora che il prezzo si è notevolmente abbassato, è impensabile assemblare un nuovo PC senza integrarne uno (al limite, consigliamo anche di sostituire l’hard disk preesistente con un SSD).
Come abbiamo evidenziato nell’articolo su come velocizzare il computer portatile, è ormai usanza comune installare il sistema operativo sull’unità a stato solido, questo perché offre prestazioni nettamente superiori rispetto ad un HDD. A tal proposito, potreste trovare utile ottimizzare SSD su Windows, in modo tale da spingere le performance al massimo.
Ottimizzare SSD su Windows: scopriamo le carte
Ma come ottimizzare e velocizzare un SSD? Online abbiamo visto che ci sono numerose guide sull’ottimizzazione dell’SSD su Windows (10, 8, 7, XP ecc…) piene zeppe però di falsi miti e mezze verità. Per questo motivo, nei prossimi paragrafi abbiamo cercato di elencare tutte le metodiche più comuni, cercando di soffermarci anche sulla loro reale efficacia.
1. Attivare il comando TRIM
Il comando TRIM consente a un sistema operativo di individuare i “blocchi di memoria” che non sono più in utilizzo su un SSD, magari dopo l’eliminazione di più foto, video o qualsiasi altro tipo di file. Il compito di questa funzionalità è proprio quello di rendere l’unità sempre pronta e reattiva, quindi è vero, conviene attivarla.

La cosa interessante è che su Windows 10, Windows 8.1 e Windows 7 il comando TRIM è attivo di default, mentre su versioni precedenti di Windows (Vista, XP, ecc) andrà attivato manualmente in questo modo:
- Start → digitare cmd;
- Tasto destro del mouse su Prompt dei comandi e tasto sinistro su Esegui come amministratore;
- Copia e incolla il comando fsutil behavior query disabledeletenotify e click su Invio.
Se appare la dicitura DisableDeleteNotify = 0 allora il comando TRIM è in funzione, al contrario se appare DisableDeleteNotify = 1 allora è disattivato. Per chi come noi utilizza Windows 10, visto il supporto del nuovo file system ReFS, vedrà anche la dicitura ReFS DisableDeleteNotify = 0.
2. Disattivare la deframmentazione
La deframmentazione è un processo che avviene tipicamente negli hard disk, e consiste nel raggruppare tutti i vari file sparsi nei vari settori dell’HDD, in modo tale da migliorare, e quindi velocizzare, la gestione del disco.
Dal momento che gli SSD differiscono dagli HDD per vari motivi, la procedura di deframmentazione è inutile, se non controproducente, in una unità a stato solido. La cosa che in pochi dicono è che è inutile disattivare la deframmentazione perchè ormai Windows riesce a distinguere il tipo di memoria in esecuzione, e in caso di presenza di un SSD si comporterà di conseguenza, non eseguendo la deframmentazione ma limitandosi a forzare il comando TRIM a cadenza prefissata.

3. Disattivare il file di paging e il “Ripristino configurazione di sistema”
Con file di paging (o file di paginazione ) intendiamo la tecnica che viene utilizzata da Windows per “alleggerire” la RAM quando quest’ultima, a causa del numero di processi in esecuzione, è al limite. In pratica consiste nello spostare temporanemanete i processi in esecuzione sull’SSD.
Da credenza popolare, viene consigliato di disattivare il file di paginazione al fine di limitare le scritture sulla memoria a stato solido. Tuttavia, ne sconsigliamo la disattivazione per un paio di motivi:
- Il numero di scritture non è il più il fattore principale da considerare al fine di aumentare la longevità dell’SSD;
- Potrebbero esserci errori in fase di avvio/riavvio del PC.

Lo stesso discorso vale per la funzione Ripristino configurazione di sistema, molto utile in caso di blocco improvviso del PC.

Dal momento che consigliamo la disattivazione del file di paginazione, viene meno anche la necessità di disattivare il comando ClearPageFileAtShutdown, che permette di svuotare la memoria del file di paginazione.
4. Disattivare l’indicizzazione di Windows
Disattivare l’indicizzazione di Windows (e Windows Search) significa rendere più lenta, o addirittura non possibile, la ricerca dei file su PC.
Dal momento che gli SSD sono già molto veloci, per alcuni non c’è bisogno di mantenere attiva questa funzione, in modo tale da limitare anche le scritture sul drive stesso, il che come abbiamo già detto precedentemente non è più un problema per noi utenti.
Noi di MigliorNotebook.net consigliamo l’attivazione dell’indicizzazione di Windows anche in presenza di un SSD, in modo tale da velocizzare la fase di ricerca di un file su Windows (a tal proposito, consigliamo anche di tenere aggiornato il sistema operativo).

5. Disattivare SuperFetch
SuperFetch è una funzionalità che, in background, analizza costantemente l’utilizzo della RAM per apprendere quali sono le app che si utilizzano più frequentemente; una volta individuate, vengono precaricate nella RAM in anticipo. Aldilà del migliorare le prestazioni dell’SSD, questo processo tende a rallentare l’avvio del sistema operativo, e per questo motivo ne è consigliata la disattivazione.
E’ importante notare che la funzione SuperFecth è disattivata di default su Windows 8.1 e Windows 10, attivando esclusivamente in presenza di una hard disk meccanico lento; lo stesso avviene anche su Windows 7, ma la differenza è che in presenza di un SSD la disattivazione avviene solo in quelli più veloci.

Per disattivare ( o verificare la stato) SuperFetch, seguire i seguenti passaggi:
- Start → digitare regedit;
- Andare nella cartella HKEY_LOCAL_MACHINE\ SYSTEM\CurrentControlSet\ Control\SessionManager\Memory Management\PrefetchParameters;
- Aprire EnablePrefetcher;
- Impostare su Dati valore 0.
6. Disattivare la funzione di ibernazione
L’ibernazione, così come la sospensione di Windows, permette di mettere in stand-by il computer e, una volta riacceso, riprendere il lavoro iniziato. A differenza della sospensione, l’ibernazione consente un consumo ancora più basso di energia.
Disattivare la funzione di ibernazione significa limitare leggermente la scrittura sull’SSD (ormai ininfluente sulla longevità), non potendo sfruttare una operazione molto utile, soprattutto per chi lavora sui PC portatili.
7. Verificare l’allineamento delle partizioni

Al fine di ottimizzare un SSD, è fondamentale verificarne il corretto allineamento, ovvero che un settore dati cominci esattamente all’inizio di una pagina fisica; un mancato allineamento può ridurre le prestazioni delle operazioni di scrittura.
Si tratta di un problema difficile da trovare su un nuovo SSD con sistema operativo preinstallato, o installato da zero, ma che potrebbe verificarsi invece quando una partizione di Windows viene clonata da un hard disk a una unità a stato solido.
Per verificare il corretto allineamento, seguire i seguenti passaggi:
- Digitare contemporaneamente i tasti Windows + R;
- Digitare msinfo32 per avviare il tool System Information;
- Nella colonna di sinistra, espandere le sezioni in quest’ordine: Componenti → Archiviazione → Dischi;
- Prendere il numero presente in Offset avvio partizione (Disco #0, partizione #0) e dividerlo per 4096;
Se il risultato è perfettamente divisibile per 4096 (risultato senza virgola), allora le partizioni sono perfettamente allineate. Se così non fosse, consigliamo di scaricare il programma gratuito MiniTool Partition Wizard e applicare il comando Align all partitions presente nel tool stesso.
8. SSD pieno e over provisioning
Non utilizzare tutta la memoria offerta da un SSD è da fare, ma nelle unità a stato solido che sfruttano la tecnologia di over provisioning è inutile.
L’over provisioning è la funzionalità che permette di “conservare” una parte della memoria per dedicarla al funzionamento del controller, ed è ormai molto comune negli SSD.

Come verificare che il proprio SSD sfrutti l’over provisioning? Il metodo convenzionale è quello di verificare la scheda prodotto sul sito del produttore, ma il metodo più semplice è quello di calcolare la differenza tra lo storage dichiarato nelle specifiche dell’SSD e quella effettivamente utilizzabili in Gestione disco; il risultato che si ottiene è il quantitativo di storage all’over provisioning.
9. Aggiornare il firmware
L’ultimo consiglio per la manutenzione e l’ottimizzazione dell’SSD su Windows 10 e precedenti è quello di tenere aggiornato il firmware dell’unità stessa. Come fare? Basta utilizzare i tool messi a disposizione degli utenti dalle aziende stesse, come Samsung Magician Software, Crucial Storage Executive, Kingston Toolbox, SanDisk SSD Dashboard, Corsair SSD Toolbox, Intel Solid-State Drive Toolbox e OCZ SSD Utility.